La maniglia Nina segue temporalmente il progetto di Denver e, anche se non con la stessa forza, gioca anch’essa su leggeri disassamenti, linee oblique e tagli inattesi. È una maniglia che definirei “femminile”, rispetto a Denver, che mi pare piuttosto possieda un carattere “maschile”. Non a caso ho voluto che si chiamasse Nina dedicandola a mia moglie, stretta collaboratrice dei miei progetti.
È una maniglia che amo molto usare in tutti i miei edifici e per i miei amici. È stato proprio a partire dal progetto di maniglie con gli Olivari – un oggetto importante perché usato ogni giorno – che il mio interesse per il disegno di elementi d’interno è cresciuto.
— Jewish Museum Berlin, Berlin, 1999/2001
Sempre di più, infatti, mi occupo di progetto integrali, dove ogni singolo dettaglio è disegnato da me. — Daniel Libeskind
— Contemporary Jewish Museum San Francisco (CA), 2008
Daniel Libeskind nel 1990 vince il concorso per il Museo Ebraico a Berlino, che lo porta ad essere uno degli architetti più acclamati del panorama internazionale.
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