La chiesa di San Francesco al Fopponino, in cui Ponti e Olivari collaborarono nella realizzazione della maniglia Cono, torna ad illuminarsi dopo 30 anni.
In lingua italiana e inglese
Chiesa di San Francesco d’Assisi al Fopponino
Via Paolo Giovio 41, Milano
La chiesa è sempre aperta
dalle 8 alle 12,30 e dalle 16 alle 22.00
In collaborazione con Gio Ponti Archives
Olivari ha voluto mettere a disposizione le sue capacità tecnologiche e artigianali per riportare “alla luce” i lampadari della chiesa di San Francesco al Fopponino.
I 20 lampadari in ottone della navata centrale furono sacrificati negli anni 80 per implementare altri apparecchi che aumentassero la resa luminosa. I proiettori a ioduri metallici, molto potenti, hanno snaturato completamente il concetto spaziale e l’ atmosfera raccolta voluti in origine da Ponti. Inoltre i lampadari stessi hanno subìto nel tempo una progressiva ossidazione e inscurimento, che ha fatto perdere/dimenticare la finitura leggera ed elegante che ne caratterizzava la presenza.
L’intervento di restauro ha riguardato inizialmente la struttura metallica ed è stato svolto nelle officine Olivari. Si è innanzitutto analizzato in laboratorio il trattamento che originariamente era stato fatto sull’ottone e quindi, dopo aver sabbiato e smerigliato la superficie, asportandone l’ossidazione, si è proceduto con la satinatura orizzontale e con una successiva verniciatura trasparente e cottura a forno, che sarà in grado di mantenere inalterato per molti anni ancora l’aspetto dei lampadari.
Parallelamente, con la consulenza del tecnico specialista in illuminotecnica ing. Carlo Bignoli, abbiamo messo a punto una soluzione basata su strisce led alimentate a bassa tensione tali da fornire i lumen originariamente erogati dai tubi al neon sagomati e ricurvi. Tali strisce sono state fissate con sistema reversibile sul tegolino, in modo da non essere visibili e da erogare una luce diffusa e calda.
Il primo era quello di ripristinare le componenti metalliche nel loro aspetto estetico originario, utilizzando prodotti che ne garantissero un mantenimento adeguato nel tempo. Il secondo era quello di sostituire le fonti luminose con altre, tecnologicamente avanzate, più durevoli in termini di vita utile e meno costose sotto l’aspetto dei consumi energetici.
Il risultato finale doveva essere quello di ripristinare l’atmosfera di raccoglimento voluta da Gio Ponti tramite un’illuminazione controllata, garantita dai lampadari e delle finestrature e di riportare all’ antico “splendore” i lampadari, nella loro forma leggera ed elegante.