Luigi Caccia Dominioni

Luigi Caccia Dominioni

MILANO

13 novembre 2016

Olivari ricorda con gratitudine la figura dell’architetto Luigi Caccia Dominioni che ci ha lasciato lo scorso 13 novembre alla soglia dei 103 anni.

L’attenzione per le architetture discrete ed eleganti di Caccia disseminate “come piccole gemme discrete nella nostra città” è cresciuto col tempo, pur in assenza di voluminose pubblicazioni, estendendosi “naturalmente”, per ammirazione spontanea, al di fuori degli stretti confini della città di Milano, suscitando sempre nuovo interesse, soprattutto da parte delle giovani generazioni di architetti: un sincero apprezzamento per un’opera che non ha altro veicolo per farsi conoscere se non la propria forza espressiva.

Milano deve molto della sua immagine moderna alla capacità di invenzione spaziale e figurativa di Caccia Dominioni; lungo l’elenco delle sue architetture capaci di assumere valore di tipo con cui ha contribuito a ricostruire l’immagine della nuova città dopo le distruzioni della guerra, tra queste le opere giovanili della casa in piazza Sant’Ambrogio e del convento di via Calatafimi, le ricuciture del tessuto urbano degli edifici di corso Italia, di corso Monforte, di via Case Rotte, gli uffici di corso Europa e di piazza Velasca, i condomini di via Nievo e piazza Carbonari.

Caccia Dominioni amava definirsi un “piantista”, ossia un virtuoso del disegno in pianta degli spazi, ma non per questo disdegnava i salti di scala e l’incursione in altre dimensioni spaziali, come quelle richieste da un piccolo oggetto capace di segnare il contatto tra l’uomo e l’architettura qual è una maniglia (forse il più architettonico degli oggetti d’arredo).

Le sue maniglie disegnate sono motivo di vanto per il catalogo Olivari come la maniglia San Babila, un'ammiraglia, ininterrottamente in produzione dal 1968: esempio di quell’eleganza essenziale e senza tempo, tratto riconoscibile della sua opera.

Caccia Dominioni è stato un progettista schivo, eppure ci ha lasciato oggetti-icona della storia del design italiano, innovativi, essenziali, eleganti come i mobili per Azucena (dalla lampada Monachella alla poltrona Catilina) alla celebre radio disegnata nel 1940 insieme ai fratelli Castiglioni, suoi compagni di scuola al Politecnico di Milano.

Per la famiglia Olivari il rapporto di collaborazione con l’architetto Caccia Dominioni è stato una straordinaria occasione d’incontro progettuale, umano e lavorativo: il disegno delle sue maniglie è sempre collegato alle invenzioni progettuali dei suoi progetti d’interno. Con Olivari, Caccia Dominioni ha disegnato maniglie in ottone, in vetro, in resina, prodotti inizialmente “su misura” per specifici progetti d’interno, rivelatesi poi tanto valide da entrare stabilmente a far parte della produzione.

La collaborazione con Caccia Dominioni è sentita come un fiore all’occhiello per Olivari che non può che esprimere tutta la sua ammirazione per un maestro la cui opera testimonia la migliore tradizione del bel disegno italiano.

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